venerdì 1 dicembre 2017

I 10 luoghi da visitare assolutamente in Madagascar

Il Madagascar è un'isola molto grande e estremamente ricca di attrattive a livello naturalistico:  questa lista è del tutto personale e non vuole essere "definitiva", ma solo fungere da ispirazione per chi volesse visitare questo meraviglioso paese!




 

IL VIALE DEI BAOBABS
Il Viale dei Baobab (Allée des baobabs, Avenue des baobab o Rue des baobabs), non lontano da Morondava, sulla costa ovest, è uno dei luoghi turistici più celebri del Madagascar: agli occhi dei visitatori, infatti, si presenta uno scenario naturale mozzafiato, unico nel suo genere, con giganteschi baobab che con le loro forme sinuose ed eleganti, diventano protagonisti di un paesaggio strabiliante, creando un'atmosfera romantica del tutto speciale. Imperdibile durante le ore del tramonto, quando tutto il quadro è pervaso da un clima del tutto magico e fatato.








PARCO DELL'ISALO
Il Parco nazionale dell’Isalo, altro fiore all’occhiello del turismo in Madagascar, presenta un paesaggio differente da qualsiasi altra zona dell'isola, con grandi formazioni rocciose modellate dal vento (il Massiccio dell'Isalo) immerse in una vegetazione molto simile a quella della savana continentale africana. Da vedere assolutamente la “Finestra dell’Isalo” al tramonto e imperdibile il bagno rinfrescante in una delle tre piscine naturali che costellano il parco.



 

TSINGY DI BEMARAHA
Ci sono luoghi inesplorati sulla Terra dal fascino mozzafiato. Paradisi incontaminati, forme e paesaggi spettrali di cui non si immaginerebbe neppure l’esistenza. La Riserva Naturale dello Tsingy in Madagascar risponde perfettamente a questi requisiti. Classificati Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1990, i Tsingy di Bemaraha fanno parte del Parco Nazionale di Bemaraha, e occupano una parte dell’altopiano calcareo dallo stesso nome. In assoluto uno dei paesaggi più spettacolari del Madagascar con il loro labirinto di punte, di crepe e di blocchi calcarei scolpiti in lame aguzze.  







 
NOSY IRANJA
E’ forse il tratto di mare più fotografato in assoluto del paese: a un’ora e mezza di motoscafo da Nosy Be, queste due isolette (Nosy Iranja Be e Nosy Iranja Kely) sono collegate da un banco di sabbia bianca finissima, ricoperta durante le alte maree e scoperta durante le basse maree, e sono diventate un’icona del turismo dell’Isola Rossa, grazie anche agli straordinari i colori turchesi del mare. Le tartarughe ancora oggi vengono a deporvi le loro uova, da cui l'origine del nome "l’isola delle tartarughe". 



AMBATOMILO
Ambatomilo è un piccolo villaggio di pescatori situato a circa 125 km nord dalla città di Toliara, raggiungibile attraverso una pista sabbiosa e a tratti ostica.  Nella sua laguna troverete, senza alcuna esitazione, una delle spiagge più belle del Madagascar, con i colori turchese-smeraldo del mare che si uniscono alle dune di sabbia bianca a riva. All’interno, la vegetazione tipica della costa ovest, la foresta secca, i baobabs e una delle etnie più sconosciute e misteriose del paese, quella dei Mikea. Il senso di isolamento totale e di “unione” con la natura del posto, vi ripagheranno della fatica per raggiungerlo. 




ISOLA DI STE MARIE
L'isola di Sainte Marie si trova al largo della costa orientale del Madagascar. È soprannominata "l'isola giardino", e non senza cognizione di causa! Infatti, l'isola di Sainte Marie e gli isolotti che la circondano formano un vero paradiso ricco di biodiversità terrestre e marina. Possiede anche paesaggi mozzafiato, con maestose cascate, piscine naturali limpide, foreste tropicali preservate e, naturalmente, spiagge sabbiose che si affacciano su un mare turchese. Il suo paesaggio marino è altrettanto impressionante con la sua barriera corallina e le acque ricche di pesce. Un sito di turismo unico al mondo.



ANDASIBE
Il Parco di Andasibe (che comprende i parchi Mantadia e Analamazoatra) è una riserva forestale situata nella parte orientale del Madagascar. Si situa idealmente sulla direttrice che conduce da Antananarivo verso la città costiera di Tamatave, ed è anche per questo il sito più visitato del paese. Questo parco è un’esperienza naturalistica unica per poter osservare l’ecosistema tipico del Madagascar e alcuni dei suoi abitanti più caratteristici, soprattutto l’Indri-Indri, il più grande lemure esistente.


DIEGO SUAREZ E LE 3 BAIE
La sua baia è considerata la seconda più bella del mondo, dopo Copacabana, con tanto di pan di zucchero in bella vista, mentre la città conserva ancora un'atmosfera coloniale come nessun’altra in Madagascar. Ad est della città, si trova la Penisola di Orangea, sulla quale si estendono le 3 baie, fiancheggiate da lunghe spiagge bianche dai nomi affascinanti come Baia dei Piccioni, Baia delle Dune e Baia di Sakalava. Quest'ultima è celebre per essere un vero paradiso per gli amanti del kite-surf. Più a nord, all’uscita dall’imboccatura della baia, si trova il magnifico Mare di Smeraldo.


FORT DAUPHIN
Città portuale del profondo sud del Madagascar, vecchia tappa sulla celebre Via delle Indie, ricca di storia, è aperta al mondo fin dal XVI secolo, dal giorno in cui dei naufraghi portoghesi la elessero come loro domicilio. Nei dintorni, spiagge sabbiose che si estendono per diversi chilometri, calette protette da barriere coralline, foreste dove i lemuri giocano e dove gli scienziati sono alla ricerca di specie rare: all'estremità sud-orientale del Madagascar, incuneata tra la montagna e l'Oceano Indiano, Fort-Dauphin non manca certo di attrazioni! 


PENISOLA DI MASOALA
Dove la natura incontra il mare…. Situata al nord est del Madagascar, è la più grande area protetta dell’isola. La Penisola di Masoala ospita l'omonimo Parco Nazionale, al cui interno si può ammirare una spettacolare vegetazione che comprende aree di foresta primaria, pluviale e costiera, oltre ad una fauna variegata ed abbondante. Costituisce uno dei grandi punti caldi di biodiversità mondiale, e per questo è patrimonio dell’UNESCO dal 2007. In questo parco si possono osservare la metà delle piante endemiche del paese, ma ci troverete ugualmente una grande diversità di animali come i lemuri rossi e l’aye-aye. Un mondo pieno di vita e sorprese vi aspetta!  


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lunedì 30 ottobre 2017

Lemuri "in estasi"

La medicina non è prerogativa umana: anche gli animali hanno le loro cure

 

 

La medicina è vecchia come la storia dell’uomo. Certo, inizialmente erano solo “santoni” che giochicchiavano con unguenti e sostanze naturali, poi sono diventati fior fior di medici, che hanno introdotto al mondo della chirurgia; e all’uso di attrezzi invasivi, ma spesso risolutivi, come il bisturi. Però si è sempre pensato alla medicina come a una prerogativa dell’unica specie più evoluta, quella umana. Eppure nuovi studi asseriscono che anche negli animali esiste l’attitudine alla cura del proprio corpo, e al miglioramento delle condizioni di salute. Si tratta, di fatto, di vere e proprie azioni automedicanti, che aiutano alcune specie a superare momenti difficili. I Cebus del Centro America, per esempio, si strofinano il corpo con foglie di peperone, per tenere lontani i parassiti; alcune scimmie africane mangiano carbone per digerire piante tossiche. 

Una specie di lemure del Madagascar, l'Eulemur macaco, ha adottato un comportamento insolito attingendo a risorse medicinali in loco; a dir poco originali. Utilizza, infatti, il veleno del millepiedi raggiungendo veri e propri stati di “estasi”. Le analisi hanno evidenziato la relazione fra alcune aree cerebrali di questi mammiferi e l’effetto droga esercitato dal principio attivo proveniente dall’invertebrato. Sembra, dunque, che la capacità di automedicarsi sia legata al livello evolutivo. Tuttavia si sono visti anche animali tassonomicamente “inferiori”, come gli uccelli, in grado di parafrasare l’azione di un medico. I fringuelli, per esempio, raccolgono le cicche di sigaretta per ridurre l’infestazione degli acari nei nidi; non sono naturalmente consapevoli delle caratteristiche chimiche delle sigarette che contengono nicotina, ma sanno bene che il loro utilizzo serve a tenere lontani ospiti indesiderati. Uno studio che parrebbe fine a sé stesso, ma non è così; perché osservando attentamente i comportamenti degli animali, l’uomo potrebbe ricavare informazioni importanti su determinate molecole medicamentose. Il prossimo passo, dunque, sarà quello di fare tesoro delle scoperte fatte sulle scimmie per individuare nuovi principi attivi che possano giovare anche alla nostra specie. 




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lunedì 13 febbraio 2017

Un continente scomparso tra India e Madagascar

Si tratta di Mauritia, esistito fino a 80 milioni di anni fa, prima di sprofondare nell'Oceano Indiano

 


Il Madagascar faceva parte di un altro continente. E'questa una delle ipotesi conseguente all'incredibile scoperta di pochi giorni fa, quando sono stati studiati i resti di un continente perduto. Si tratta di Mauritia, esistito fino a 80 milioni di anni fa, prima di sprofondare nell'Oceano Indiano. I primi indizi della sua esistenza risalgono al 2013, ma la scoperta è stata recentemente confermata dai nuovi dati raccolti dal gruppo dell'università sudafricana del Witwatersrand. 

Cristallo di zircone
Il continente perduto comprendeva non solo il Madagascar, ma anche Mauritius e l'India. Ed era probabilmente formato soprattutto da grandi isole che poggiavano tutte sulla stessa placca di crosta continentale. Potrebbe essere scomparso 80 milioni di anni fa, poco prima della nascita dell'Himalaya. Secondo i ricercatori è probabilmente sprofondato in seguito a movimenti tettonici. Da anni si ipotizzava che questa parte dell'Oceano Indiano potesse nascondere le tracce di un antico continente, ma ancora non c'erano prove a sufficienza.
 
L'ipotesi dell'esistenza di questo antico continente era nata diversi anni fa in seguito alla rilevazione di anomalie gravimetriche nell'area dell'Oceano Indiano attorno a Mauritius, che deponevano a favore della presenza sul fondo di uno strato di crosta più spesso e denso di quello tipico della crosta oceanica.
Il sospetto era stato poi accentuato dal ritrovamento, avvenuto nel 2013 sempre a Mauritius, di
cristalli di zircone, le cui condizioni di formazione sono differenti da quelle presenti nelle giovani lave provenienti dalla crosta oceanica che hanno portato alla formazione dell'isola. Inoltre quei cristalli erano databili fra i 2 miliardi e i 660 milioni di anni fa. Pur molto significativo, il ritrovamento non era stato però ritenuto una prova decisiva dell'antica esistenza di Mauritia.

L'analisi dei nuovi e ancor più antichi reperti cambia la situazione: la loro struttura è infatti risultata pressoché identica a quella di cristalli di zircone presenti nel Madagascar centro-orientale. Questa scoperta ha permesso ai ricercatori di tracciare la storia di Mauritia.

Le rocce del continente scomparso si devono essere formate già nell'Archeano per poi confluire nel corso di centinaia di milioni di anni – e superando indenni molte traversie geologiche – nel supercontinente Rodinia.

Quando l'antico supercontinente Rodinia iniziò a frantumarsi, una parte di esso, comprendente le masse continentali che oggi costituiscono il Madagascar e l'India, si separò, dando origine a Mauritia. Successivamente, in seguito a numerosi eventi tettonici e vulcanici, circa 85 milioni di anni fa, l'India iniziò a separarsi dal Madagascar, mentre il resto del continente finì per essere sommerso dalle acque.

Fonte: FOCUS

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