sabato 21 dicembre 2013

Le danze del Madagascar

Da Nord a Sud, da est a ovest attraverso gli Altopiani, il Madagascar canta e balla. E in tutte le danze provenienti da diverse regioninessun gesto è gratuito.




Nessun gesto è gratuito
In tutti i balli provenienti dalle diverse regioni del Madagascar, intrisi di simboli, nessun gesto è gratuito. Le donne sbeffeggiano gli uomini nelle loro canzoni. A scatti, ancheggiano il corpo, i gomiti alti. Gli uomini, punti sul vivo, rispondono individualmente, rivaleggiando tra loro per attirare l'attenzione. I piedi martellano il suolo. I malgasci hanno ereditato dall'Africa la danza con i piedi, e dall'Indonesia la danza con le mani. Il tono è a volte grave, visto che i canti Sakalava richiamano alla fine dei giorni cattivi, su melodie tinte con una punta di arabicità.
Nel Sud, nella terra delle spine, l'ambiente ostile incita, forse più che altrove, al dialogo con gli spiriti. Il ritmo delle percussioni accellera, si fa più africano. Gli strumenti musicali testimoniano questa spogliazione: il langoro, piccolo tamburo suonato con bacchette, il mandolino rettangolare, di fattura evidentemente artigianale ... la forza della natura, oppressiva, è onnipresente nella coreografia.
I passi di danza evocano a volte il modo caratteristico di camminare sulla sabbia. Il danzatore dispiega le braccia e sembra guardare la sua preda più in basso. Agita solo le mani, come ali il cui battito minuscolo è sufficiente per vincere la gravità in questo cielo eternamente blu. I canti diventano spesso incantesimi, per fare cadere la pioggia, perchè l'amicizia perduri tra gli uomini ...
Le danze ricordano anche dei guerrieri rituali, con un gran spiegamento di lance e dimostrazioni di forza maschile, facendo appello agli spiriti benefici che si invitano ad entrare nel proprio corpo.
I ballerini e il pubblico comunicano tra loro nei rituali ancestrali, che sono particolarmente vivaci tra gli Antandroy. La trance del " Bilo " è il momento più potente: la cerimonia di esorcismo volge poi al termine: la guarigione per estrazione del male.

Un'arte in comunione con la natura
Le danze della costa orientale sono più collettive, privilegiano i movimenti d'insieme. Ci si ritrova una lentezza nel ritmo, uno swing più polinesiano che africano. La gente sulla costa orientale vive in comunione con una natura rigogliosa, e questa armonia si riflette nelle coreografie. Le danze molto spesso mettono in scena i momenti salienti dell'esistenza. Il corteggiamento è ancora più dimostrativo nelle tradizioni Sakalava.
Le donne indossano un lambaoany (pareo tradizionale) legato intorno al collo per alleviare il caldo opprimente, mentre gli uomini hanno spesso il loro lambaoany stretto alla vita.


Una danza di protocollo

Afindrafindrao
In Madagascar, le feste locali, così come quelle nazionali, sono pretesti per il divertimento, la danza, le dimostrazioni di gioia e per dimenticare le difficoltà della vita quotidiana. La festa si accompagna inevitabilmente dal ballo, spesso animato in campagna dall'orchestra locale, il cui repertorio spesso si sviluppa tra tradizione e modernità.
La tradizone esige che l'orchestra e i partecipanti al ballo seguino un'ouverture protocollare. Sta alla più alta personalità aprire il ballo dell' Afindrafindrao, musica introduttiva durante la quale tutti i partecipanti formano una catena simbolica e ruotano a coppie intorno alla pista: è solo allora che qualsiasi tipo di musica può essere suonato.



Tipo di danza
Regione di provenienza

Baoenjy
Sud-est

Basesa
Est

Kawitry
Nord

Kilalaky
Sud-ovest

Kinetsanetsa
Ovest

Kidodo
Altopiani meridionali

Latsin-tànana
Altopiani centrali

Salegy
Nord

Tsapiky
Sud


Fonte: www.le-phoenix-magazine.com
Traduzione dal francese: CAMPAGNA Fabrizio

http://www.freebirdmadagascar.com/?lang=it

venerdì 13 dicembre 2013

Il trailer di " Island of Lemurs: Madagascar "




Il documentario in 3D della IMAX sarà in uscita ad Aprile 2014 negli USA e poi nel mondo!
Voce narrante, nella versione inglese, sarà quella di Morgan Freeman..



FREEBIRD MADAGASCAR TOURS

venerdì 29 novembre 2013

Perché i nomi malgasci sono così lunghi ?




Perché dicono molto su chi lo indossa. Una storia, un destino, un voto registrato nel più profondo di sé. Ma i tempi sono cambiati.

A ciascuno il suo nome, un segno del destino.. 
Perché significano un sacco di cose questo è il minimo che possiamo dire. Un nome malgascio ha ancora un senso, letteralmente, ma può anche dare adito a svariate interpretazioni. Sondare i nomi malgasci, è entrare nel cuore della mentalità e dei costumi dell'isola. Un mondo che differisce totalmente dalle rappresentazioni occidentali. 
Di base, in Madagascar, non esistono cognomi patronimici che possono essere trasmessi all'interno della stessa famiglia: un nome è legato ad un singolo individuo. Non è raro trovare che fratelli e sorelle non portino lo stesso cognome, soprattutto tra le anziane generazioni malgasce. 
La scelta e l'attribuzione di un nome a un bambino, di solito da parte dei genitori, dipende da vari criteri e circostanze. Resta che non ci sono regole comuni condivise in tutta l'isola , ricca di notevoli diversità culturali. 
Il linguista Narivelo Rajaonarimanana sottolinea che "il nome malgascio non è un'etichetta, ma si tratta di un desiderio, di un destino, di una parola che contraddice un cattivo destino, di un ricordo del giorno di nascita, una combinazione dei nomi dei genitori o degli antenati". Ovvero delle circostanze che occupano un posto primordiale in Madagascar, un'isola che le persone considerano come la "terra degli avi", ovvero tanindrazana. Alcuni nomi visualizzano una linea di ascendenza a chi si vuole onorare, rendere omaggio. Così i prefissi Zafi (nipote) e Zana (figlio o figlia, dato che non vi è alcuna distinzione di genere in malgascio) sono utilizzati molto spesso. Ma un nome può anche riferirsi a un genitore, da cui i prefissi  Rai (padre) e Reni (madre). D'altronde, negli altopiani centrali dell'isola, il prefisso Ra, che è segno di buona educazione, è spesso presente all'inizio del nome. Altra ricorrenza nei nomi della gente degli altopiani, la parola Andriana, che significa nobile, principe. "L'astrologia gioca un ruolo importante nell'attribuzione dei nomi" nota Rajaonarimanana. Questa pratica è molto viva nelle zone rurali, dove è possibile appellarsi a un ombiasy (veggente) e dove si ricorre spesso all'oroscopo . Uno studio condotto da Samuel Rasolomano e pubblicato nel 1905 dal quotidiano Mitari-dàlana, elenca 24 fonti di ispirazione per i nomi malgasci. Tra queste, l'espressione del carattere (fisico o morale), dell'amore filiale (voto di un'amore perfetto, di avere un sostituto, ecc..) , il prestigio (ricchezza, onore, ecc...) sono le più frequenti, assieme all'astrologia. Così, "i nomi sono a uso mnemonico, per ricordarsi del destino di una persona".


Record di lunghezza sugli Altopiani 
Tradizionalmente, i nomi malgasci presentano un'altra specificità originale: non sono necessariamente permanenti. Infatti, il malgascio può, durante il corso della sua vita, cambiare nome: alla nascita, all'atto della circoncisione per i ragazzi, in età adulta, dopo il matrimonio, alla nascita del primo figlio, e anche al momento della morte. La concessione di un nome postumo era una tradizione ufficiale della monarchia Merina, ma anche dei Sakalava, etnia del Madagascar occidentale.
Tutti i nomi malgasci non sono così lunghi come qualcuno vorrebbe far credere. dei Rakoto e dei Rabe abbondano, e possono essere paragonati ai cognomi italiani come Rossi e Mattei .  
Sono gli abitanti degli altipiani, quelli dell'etnia Merina e Betsileo, che detengono la palma del nome più lungo, e tra di loro, i governanti e discendenti della nobiltà si distinguono nettamente. Il più
Andrianampoinimerina
famoso di loro, che ha unificato tutti i sovrani Merina e notevolmente esteso il suo territorio nel diciottesimo secolo, è noto come Andrianampoinimerina, "il principe desiderato dall'
Imerina". 

Ma il campione di tutte le categorie è un principe che ha governato dal 1650 al 1670 con il nome di Andriantsimitoviaminandriandehibe. Trentuno lettere che significano "il principe che non è come gli altri grandi principi", nel senso che non ne esistono di  migliori. Quanto a sua figlia maggiore, si chiamava Ranavalontsimitoviaminandriana, un nome che ha un'aria familiare, evidentemente. Tuttavia, le donne malgasce, soprattutto nei paesi Merina, non portano il nome del loro padre. 
  
La pronuncia che uccide, una questione di caratteri
Oltre alla lunghezza, la pronuncia dei nomi malgasci rappresenta un ulteriore enigma per i non "malgascizzanti", a causa della fonetica. Per gli occidentali, la familiarità che suggerisce l'uso dell'alfabeto latino è solo una facciata. La lingua malgascia appartiene alla famiglia linguistica austronesiana, e più in particolare al ramo delle lingue austronesiane. 
L'accentazione gioca un ruolo importante e tutte le sillabe non si pronunciano con la stessa intensità, e si dissolvono nella lingua parlata. Questo è il caso dell'ultima sillaba: per esempio Rajoelina si pronuncia "radzouel" e, come ha osservato con ironia il docente - ricercatore Jean - Pierre Domenichini, il nome di Nicolas Sarkozy si pronuncerebbe "sarkouj".
Infatti, la lingua malgascia dell'Imerina sulla quale fu basato il malgascio moderno si scriveva, fino al primo terzo del XIX secolo, in caratteri arabi: si trattava del Sorabe o Arabico-malgascio.
L'introduzione dell'alfabeto latino partì da una decisione reale sotto la pressione di missionari che volevano tradurre la Bibbia nella lingua nazionale, ma nel loro proprio alfabeto. Questo significa che il cambiamento ortografico ha avuto un impatto sul numero di caratteri? Lo si può pensare, ma senza trarne alcuna conclusione significativa.

L'avvento del cognome e il regno dei soprannomi 
In queste condizioni, come mantenere l'identità delle persone che portano nomi malgasci eccessivamente lunghi e difficilmente pronunciabili - considerato che variano nella loro vita ? 
In realtà, la colonizzazione e il governo malgascio postcoloniale hanno imposto progressivamente la creazione uno stato civile moderno. Se i nomi scelti durante il periodo coloniale provenivano sistematicamente dal calendario cristiano, quelli attribuiti dopo l'indipendenza, nel 1960, sono tipicalmente malgasci. Questo può essere visto ad esempio nella coppia Marc Ravalomanana e Andry Rajoelina. L'altra grande mutazione concerne l'emergenza di un nome patronomico, ovvero un cognome, tramandato di generazione in generazione, anche se la tradizione è ancora molto resistente tra le popolazioni conrtadine.  
Detto questo, nonostante il fatto che lo stato civile moderno abbia congelato i nomi malgasci, diventati patronomici, ma anche spersonalizzati, una certa creatività rimane ancore con l'uso diffuso di soprannomi. Una persona che è diventata famosa con un determinato nome rimane legata ad esso: dei nomi d'artista, degli pseudonimi o dei soprannomi che si attaccano alla pelle e detronizzano il nome. 
Rajoelina è diventato " TGV " con la sua velocità di ascesa negli affari e in politica, mentre Ravalomanana ha già diversi soprannomi tra cui "Ramose" (Signore), piuttosto ironico, e " Dada " (padre), assai paternalistico.
Un altro esempio, il famoso avvocato Willy Razafinjatovo, celebre "tenore" del Foro malgascio, che si fece conoscere nel 1972, quando divenne capo del movimento di protesta che ha portò alla caduta del regime del presidente Tsiranana. Oggi ancora, lo si saluta come Maestro "Olala", onomatopea a cui è molto affezzionato.

Philippe Ramasombazaha , Ralahifotsy , Randrianarimanana
Grazie al professore Narivelo Rajaonarimanana e la sezione malgascia dell'Istituto Nazionale di Lingue e Civiltà Orientali a Parigi.


Traduzione dal francese:
Fabrizio Campagna 

http://www.freebirdmadagascar.com/?lang=it

giovedì 11 luglio 2013

Due nuovi lemuri pigmei dal Madagascar


Microcebus marohita e Microcebus tanosi, così sono state chiamate le due nuove specie, vivono in piccole foreste sulla costa orientale del Madagascar
Il Madagascar è universalmente riconosciuto come uno dei principali hotspot di biodiversità a livello mondiale. Se si aggiunge la straordinaria presenza di specie endemiche, dovute alla sua peculiare storia geologica, si comprende bene l’interesse che l’isola malgascia ha sempre suscitato da parte dei biologi evoluzionisti e degli esperti di tassonomia di tutto il mondo. E’ forse per questa ragione che, periodicamente, le riviste internazionali specializzate annunciano la scoperta di specie ancora sconosciute alla scienza. Negli ultimi due anni, ad esempio, sono state descritte quattro nuove specie di camaleonti nani del genere Brookesia, una rana che vive in grotte calcaree del genere Gephyromantis e un lemure pigmeo del genere Microcebus.
Ed è proprio questo genere di lemure che si arricchisce oggi di due nuovi esponenti, portandone il numero totale a 20: a darne notizia è l’International Journal of Primatology, che pubblica un nuovo studio di ricercatori statunitensi, tedeschi e malgasci. Il genere Microcebus è uno dei generi più speciosi tra tutti i primati, anche se fino all’inizio degli anni ’90 del secolo scorso si conoscevano solo due specie: la loro piccola taglia (meno di 100 g di peso) e le loro abitudini notturne li rendono infatti elusivi e difficilmente scovabili nelle foreste in cui vivono. Se si aggiunge la bassa variabilità morfologica ed ecologica che li contraddistingue, si comprende la difficoltà nel determinarne con precisione il numero di specie. Ed è in questi casi, quelli che riguardano le cosiddette specie criptiche, che entra in gioco la genetica.
I ricercatori hanno condotto diverse spedizioni, collezionato campioni biologici da diverse aree forestali e condotto analisi genetiche sul DNA mitocondriale. Due di queste popolazioni sono risultate geneticamente divergenti dalle altre e non precedentemente riconosciute come specie a parte. Successive analisi morfologiche hanno poi confermato le loro differenze, a livello di taglia corporea, dentatura e colore della pelliccia, con tutte le altre specie di lemuri pigmei finora note.
Microcebus marohita e Microcebus tanosi, così sono state chiamate le due nuove specie, vivono in piccole foreste sulla costa orientale del Madagascar: data la limitezza dei loro habitat e le minacce a cui sono costantemente soggette, le due specie sono state classificate come Endangered nella Red List della IUCN.
FONTE:
Andrea Romano
http://oggiscienza.wordpress.com

FREEBIRD MADAGASCAR TOURS

giovedì 6 giugno 2013

Soatanana, il risveglio dei pastori bianchi

Isolato nel cuore degli altopiani del Madagascar, il paese di Soatanana è la sede storica della comunità dei "Discepoli del Signore", una setta protestante fondamentalista i cui seguaci sono tradizionalmente vestiti di bianco. Un microcosmo in movimento sospeso tra cielo e terra.



Come se fossero perseguitati dal diavolo in persona, uomini, donne e bambini, tutti vestiti di un lungo abito bianco, camminano a un buon passo. Incrocio dopo incrocio, il battaglione si gonfia gradualmente affiancato da altre sagome spettrali. Come ogni Domenica, nessun fedele manca all'appello. Come un esercito di angeli di campagna, tutti senza eccezione scendono in processione lungo la strada principale del villaggio Soatanana. In ordine e in silenzio. Guidati dall'eco della campana domenicale, il gruppo finalmente si apre su una grande piazza di terra battuta, dominata da un tempio enorme dove ognuno entra senza tumulto. Piantato davanti alla porta, un pastore guarda il suo gregge, incoraggia i bambini, scherza con un gruppo di donne e rimprovera un ritardatario. "Presto! La cerimonia inizierà tra poco" sbofonchia. "Non fate aspettare Cristo!"A 40 km a ovest della città di Fianarantsoa, ​​nel cuore degli altopiani del Madagascar, il paese di Soatanana è il centro storico dei "Discepoli del Signore", i Mpianatry Ny Tompo, una corrente protestante fondamentalista i cui discepoli hanno come particolarità quella di essere sempre vestiti di bianco. Isolato nel cuore dell'isola Betsileo (uno dei diciotto gruppi etnici che compongono il Madagascar), il piccolo villaggio originale è stato chiamato dal suo fondatore "Nuova Gerusalemme". A prima vista, sembra un paese.come tutti gli altri, eppure, dietro a questa apparente banalità si trova un'organizzazione sociale molto particolare che si potrebbe chiamare - strano paradosso -  comunismo religioso. "Soatanana è basato su una economia collettiva altamente strutturata", spiega Lucile Jacquier-Dubourdieu. "Tutte le risorse finanziarie sono centralizzate dal consiglio degli anziani, che gestisce i fondi per il bene di tutti. La comunità possiede anche il suo proprio Taxi-Brousse, una scuola privata e una clinica, così come un sistema di cura per i malati e gli anziani. "

Paradiso terrestre?Considerata da alcuni come una setta per la sua organizzazione autarchica e la sua radicalità, la comunità
La messa nella chiesa di Soatanana
tuttavia aspira solo una vita semplice in conformità con i grandi precetti biblici di amore per il prossimo, di umiltà, ospitalità,
carità e pentimento .. Questa piccola
società modello sarebbe il "paradiso in terra"? Non proprio...
Siamo ben lontani dal quadro idilliaco, di terra di beatitudine e felicità. Come ovunque in Madagascar, si vive in modo frugale in una povertà che flirta con la miseria. E soprattutto, come in " Asterix e il grande fossato" di Uderzo e Goscinny, il villaggio vive tagliato in due. Luterani e cattolici si mescolano in effetti, nella parte meridionale del paese, mentre i discepoli sono riuniti a nord. Tutti i seguaci di Rainisoalambo devono indossare questa veste, il "akanjo didimananjara", accompagnato da uno scialle color avorio, il Lamba fitafy e da un cappello di paglia, il Satroka. "Noi indossiamo in terra il vestito del cielo", dice Justin Rafanomejansoa che lavora come macellaio per la comunità. "Noi indossiamo l'abito degli angeli, ma non siamo perfetti", dice tuttavia Dada Rabetafika, il pastore. "Noi tendiamo verso un ideale che nessun uomo potrà mai raggiungere", dice mentre finisce il suo sermone domenicale. 
Intorno a mezzogiorno, quando il culto finisce, gli angeli ripartono così come sono venuti: in processione, in ordine e in silenzio. 
Con un pò di Cristo nel cuore. Ognuno per la comunità e Dio per tutti. Missa est.

FONTE:/www.grands-reportages.com 
TRADUZIONE: Fabrizio CAMPAGNA

giovedì 25 aprile 2013

Masonjoany: la crema solare del Madagascar

Cos'è quell'impiastro giallo senape incollato sul volto di molte donne malgasce? La protezione solare più naturale, e forse più antica del mondo: il MASONJOANY. E' uno schermo solare al 100% naturale ricavato dalla radice della pianta chiamata "sandalo del Madagascar". 


E' un prodotto cosmetico molto comune nel nord e nell'ovest dell'isola, che può anche essere trovato in farmacia omeopatica o al mercato.. Il masonjoany si può acquistare allo stato puro sotto forma di ramoscelli che bisogna grattare con una particolare pietra per ottenere una polvere che deve essere poi mescolata con acqua e applicata sul viso in fretta ... in fretta perché si asciuga più velocemente di quanto faccia l'intonaco di calce, così che in entrambi i casi è necessario un paio di mani esperte! Alcune persone, vi sovrappongono anche spirali e disegni geometrici con colori diversi.
Ramoscelli del Sandalo del Madagascar
Queste maschere hanno qualità protettrici contro il sole e il calore.
E' una maschera che le donne spesso si applicano su un primo strato di crema per rimuovere le macchie. Non la tengono tutto il giorno perché una volta asciutta, si sbriciola. Le donne si strofinano poi delicatamente questa nuova polvere sul viso come un fondotinta.


Il Sandalo del Madagascar, Enterospermum madagascariensis (o Santalina madagascariensis), denominato Masonjoany in malgascio, è un piccolo albero comune nel Madagascar occidentale, i cui ceppi e radici contengono un olio volatile profumato. Viene esportato in quantità considerevoli (qualche centinaio di tonnellate) in India, dove viene utilizzato come il vero legno di sandalo durante le cerimonie religiose.


FONTE: le-phoenix-magazine
TRADUZIONE DAL FRANCESE: Campagna Fabrizio

FREEBIRD MADAGASCAR TOURS

I Merina e le dodici Colline Sacre


Il Rova (Palazzo Reale) di Ilafy, una delle 12 Colline Sacre
Le Colline Sacre sono una delle caratteristiche della regione dell' Imerina. Le dodici colline sacre hanno tutte una caratteristica in comune: i loro abitanti sono sudditi diretti del re. Gli anziani sovrani hanno sempre scelto di localizzarsi sulle alture per difendersi, ma anche per appropriarsi della presunta sacralità attribuita a questi alti luoghi. L'elenco e il numero delle Sacre Colline variavano da un sovrano ad un altro, ma tutte le fonti concordano sul fatto che erano simbolicamente 12.
Ognuna di queste colline è un luogo sacro, dove si conserva ancora il culto di questi sovrani, dove gli astrologi possono meditare i single
trovare l'anima gemella, i disoccupati il lavoro, così come la guarigione per i malati. Gli abitanti dei villaggi salvaguardardano questi luoghi sacri senza alcun aiuto da parte dello Stato.
Ambohitrabiby, Antananarivo, Ambohimanga, Ambohidratrimo, Ilafy, Namehana, Ambohimalaza, Ambohitrontsy, Ambohiniazy, Ambohitrondrana, Merimandroso, Kaloysono sono i nomi delle 12 colline scelte da Andrianampoinimerina per ricordare i 12 Re e Regine che regnavano su ognuna di esse. Il numero 12 è diventato simbolico e sacro, tanto che Andrianampoinimerina ebbe 12 spose  12 è anche il numero degli Idoli Reali.

FREEBIRD MADAGASCAR TOURS

lunedì 22 aprile 2013

"Dahalokely tokana", un nuovo dinosauro carnivoro malgascio

Erano dieci anni che non succedeva: una nuova specie di dinosauro è stata scoperta in Madagascar. Dahalokely tokana, letteralmente il piccolo bandito solitario, è stato un Theropoda carnivoro che ha vissuto 90 milioni di anni fa. India e Madagascar formavano allora un continente isolato dal resto del mondo.


Molti dinosauri sono stati scoperti in Madagascar ma, stranamente, nessuno di loro ha vissuto da 165 a 70 milioni d'anni fa. La scoperta di una nuova specie, la prima in dieci anni, viene in parte proprio per colmare questa lacuna nella documentazione fossile dell'isola.  I "Dahalokely tokana" hanno vissuto qui per 90 milioni anni, durante il Turoniano. Si tratta quindi del primo dinosauro che visse nel continente formato da India e Madagascar tra 100 milioni anni e 88 milioni di anni prima della nostra era.I resti fossili di questa specie, ovvero sette vertebre (una cervicale e sei dorsali) e dei pezzi di costole sono stati rinvenuti nel 2007 e nel 2010 nella formazione geologica di Maevarano nel nord dell'isola. Diverse caratteristiche li rendono unici: la presenza di cavità "infrapre
zigoapofisarie" divise sulla regione mediodorsale della vertebra cervicale. Ulteriori dettagli hanno comunque permesso una classificazione accurata di questa specie di per sè interessante per vari motivi.


La probabile taglia del Dahalokely tokana, paragonata a quella di un uomo. L'animale faceva 3,5 metri di lunghezza.. I resti fossili che sono stati trovati, sono rappresentati in bianco

Un Theropada carnivoro lungo 3,5 metriSecondo Andrew Farke ( Museo di Paleontologia
Raymond M. Alf) e Giuseppe Sertich (Denver Museum of Nature and Science), il "Dahalokely tokana" era un carnivoro, quindi un dinosauro bipede, appartenente al gruppo degli Abelisauridi. Altre specie appartenenti a questa famiglia sono state rinvenute sull'isola, ma erano molto più giovani (circa 70 milioni di anni). Il " piccolo bandito solitario" (questo il significato del nome scientifico di ispirazione malgascia di questa nuova specie) sarebbe addirittura il più vecchio dinosauro del Cretaceo trovato sull'isola.Questa scoperta descritta sulla rivista Plos One porta i ricercatori a farsi nuove domande. Ad esempio, Dahalokely tokana potrebbe essere l'antenato di alcuni Abelisauridi trovati in India o in Madagascar, che sono sopravissuti dopo la separazione di questi due territori? In altre parole, ha avuto dei discendenti? I caratteri osservati sulle ossa e sui resti fossili della specie più giovane lo lascerebbero pensare, ma è impossibile trarre una conclusione fino a che lo scheletro Dahalokely tokana non sarà completo.Durante la loro vita, gli Abelisauridi, caratterizzati da un muso corto, abitavano continenti dell'emisfero Sud del mondo, come testimonia il ritrovamento di Carnotauri in Argentina, o quella di Majungasaurus in Madagascar. Entrambi hanno vissuto qui per 70-65,5 milioni anni e sono riusciti a raggiungere taglie rispettivamente di 9 e 7 metri. Il "Dahalokely tokana", invece, era più piccolo: il soggetto trovato, non doveva misurare più di 3,5 m di lunghezza.

FONTE: http://www.futura-sciences.com/fr
TRADUZIONE DAL FRANCESE: Fabrizio Campagna 

FREEBIRD MADAGASCAR TOURS





sabato 6 aprile 2013

Jean Laborde: un avventuriero in Madagascar

Jean-Baptiste Laborde (nato il 16 ottobre 1805 a Auch (Gers) e morto il 27 dicembre 1878 a Antananarivo (Madagascar) è stato un avventuriero, industriale, Primo Console di Francia in Madagascar ed ebbe una grande influenza sulla società e la politica della monarchia Merina in Madagascar nel XIX secolo.

Jean-Baptiste Laborde
 
Contemporaneo di tre regine (Ranavalona I, Rasoherina e Ranavalona II) e di un sovrano (Radama II) malgascio, fu utilizzato dal governo di Napoleone III per rinforzare l'influenza francese in Madagascar affievolita dalle ambizioni britanniche. La concorrenza feroce e astuta dei due paesi per il possesso di questa isola spingerà la Francia, dopo la sua morte, a usare come pretesto il recupero della sua eredità dal reame malgascio per mettere in difficoltà il governo del primo ministro Rainilaiarivony. A sua volta, la Francia utilizzerà questo patrimonio per creare una situazione inaccettabile per il governo di Ranavalona III, diseredando discendenti malgasci, eredi legittimi in favore di nipoti, più presentabili ai loro occhi, perché, bianchi e francesi di nascita.  

Il rifiuto di Rainilaiarivony, Primo ministro della regina, di riconoscere i nipoti di Laborde come eredi, fu uno dei pretesti che portarono all'invasione del Madagascar da parte delle truppe francesi. I veri discendenti di Jean Laborde in Madagascar sono stati quindi privati ​​della loro eredità. Questa situazione continua ancora oggi, infatti la casa di Jean Laborde ad Andohalo, che ha ospitato il primo consolato di Francia in Madagascar, appartiene ancora ufficialmente allo Stato francese.Grazie alla sua sensibilità, all'amenità del suo carattere e alle sue molteplici risorse mentali, Laborde s'imporrà velocemente alla corte della regina Ranavalona e diventerà una persona molto importante. Si narra anche di una sua relazione intima con la regina stessa. 
Non avendo nessuna conoscenza meccanica, industriale, o di chimica, si fece mandare dei libri e, formandosi da solo, diventerà di fatto ingegnere tuttofare, architetto e chimico. Formerà anche molti operai e artigiani (muratori, falegnami, ebanisti, ecc ...).

Francobollo malgascio con l'effige di Jean Laborde
CRONOLOGIA DELLA VITA DI LABORDE IN MADAGASCAR

  •    (1830) Alla fine dell'anno, il signor Savoia (capitano francese di lungo corso, senza risorse) lo convince a noleggiare una nave (il brigantino San Rocco) verso la barriera corallina del Canale di Mozambico (Juan de Nova Island) alla ricerca di presunti relitti ricchi di mercanzie . Laborde, 25 anni, intraprende questa nuova avventura.
  •     (8 novembre 1831) Dopo sette mesi di infruttuose ricerche, dopo una tempesta, senza più cibo nè acqua, la nave si arena sulla costa sud-est del Madagascar (nord-est di Cap Saint Marie) alla foce del fiume Matitanana (di fronte a Vohipeno). Sembra che tutto l'equipaggio sia riuscito a raggiungere la riva. Con l'aiuto di indigeni e dopo una lunga marcia di 180 km, arriva a Mahela, da un colono francese (Napoleone Lastelle) concessionario di una piantagione di canna da zucchero. Qui vi trova casa e occupazione.
  •     (1832) Sposa una meticcia di nome Roux Emilia (o "Rus") (1900, Antananarivo). Per questa occasione il signor Lastelle gli dona la propria collezione di libri Roret (collezioni delle tecniche più avanzate dell'epoca) da cui egli trarrà molte conoscenze.
    Con sua moglie Roux Emila
  •     (1833) Riconoscendo i numerosi "talenti" di Jean Laborde, il signor de Lastelle lo invia ad Antananarivo per incontrare i rappresentanti della Regina Ranavalona I (monarchia Merina). L'idea è quella di aggiudicarsi l'appalto per la fabbricazione di armi, appalto concesso a un francese (il signor Droit, detto Jolycoeur) che non sembra in grado di realizzarlo.
  •     (1833) Ottiene il suo primo contratto, ma deve collaborare con il sig. Droit. Installazione dei primi laboratori a 3 km nord di Ilafy.
  •     (1833) Nasce il figlio Clément, a Ilafy. Morirà nel 1874 all'Île Sainte-Marie. Diventa anche tutore di Rakotondradama (detto Rakoto), il figlio della regina.
  •     (1834) Produzione e consegna dei primi fucili, che saranno apprezzati.
  •     (1835) A Laborde è affidato il noleggio della nave Le Voltigeur e l'organizzazione del vettovagliamento delle truppe della regina in guerra nel sud (baia di S. Augustin), cosa che farà via la Compagnie de Madagascar dell'armatore François Joseph Lambert, ma una esecuzione sommaria di prigionieri lo turba al punto di pensare di lasciare il Madagascar. La Regina fa espellere il sig. Droit a causa dei suoi fallimenti e la sua mancata partecipazione. Il posto è dunque libero per Laborde.
  •     (28 marzo 1837) Laborde scrive nel suo diario:
"Ho fatto un secondo trattato con il governo malgascio per creare una fonderia di cannoni di ferro, una vetreria, una fabbrica di terracotta, una cartiera, uno zuccherificio, una raffineria, un saponificio, un allevamento di bachi da seta:
 
Mi sono impegnato a produrre molti acidi, allume, solfato di ferro, il blu di Prussia, ecc. "

 
La residenza a Mantasoa
Per scelta tecnica si trasferisce a Mantasoa (6 km da Antananarivo) dove crea un quartiere quasi industriale.
    A
Laborde è
assegnata dalla Regina, la più alta onoreficenza malgascia  (chiamata: "dei 16 onori").

  •     Per ottenere assistenza, fa venire dalla Francia il fratello maggiore Jean-Louis Laborde (detto Cadet) (+ 1856, Mantasoa), il cui figlio Edoardo (1846-1825, senza figli), entrerà in possesso dei diari personali di suo zio Jean Laborde .
  •     (1856) Laborde ripudia la propria moglie (Emilia) per adulterio e la invia agli sfruttamenti agricoli di Lohasaha (dei quali lei fu gerente).
  •     (1856) A seguito delle stragi dei malgasci convertiti al cristianesimo ordinate dalla politica di terrore autarchica e oscurantista della regina Ranavalona I e del suo primo ministro Rainilaiarivony (detto Raharo) e, forse, dopo la misteriosa morte per avvelenamento (17 giugno) di Napoleone Lastelle Rakotondradama (detto Rakoto), il figlio francofilo della regina, che disapprovava questa politica consigliato da Laborde (ex-precettore) e Joseph Lambert, chiede per iscritto un intervento militare della Francia. Joseph Lambert si impegna a trasmettere la richiesta a Londra e Parigi, ma i governi francese e britannico coinvolti insieme nella guerra di Crimea si astengono dall'intervento militare.
  •     (7 luglio 1857) Avendo scoperto questi intrighi, la regina decreta l'espulsione forzata di tutti gli europei e la confisca dei loro beni. Nonostante il suo status privilegiato, anche Laborde deve partire in rovina (La Réunion e Mauritius). Il suo amico Lambert fu esiliato invece nell'isola di Mauritius e poi sull'isola Mohéli (arcipelago delle Comore).
  •     (18 agosto 1861) Dopo la morte di Ranavalona I e di suo figlio Radama II (ex-Rakoto) che gli successe al trono, richiama i suoi amici francesi in Madagascar. Tuttavia, visto lo stato di devastazione delle officine di Mantasoa, Laborde non tenterà di riavviare le attività.

CONSOLE IN MADAGASCAR

  •     (12 aprile 1862)  Laborde è nominato da Napoleone III Console e Agente della Francia in Madagascar. Per assisterlo, porta il suo nipote Albert Auch Campan (+ 3 marzo 1892, Antananarivo), in qualità di segretario. Partecipa allo sviluppo della prima mappa topografica in scala1/200.000e dell'Imerina centrale eseguita da Alfred Grandidier. Aiuta il suo amico Joseph Lambert a creare la Compagnie française de Madagascar e a fargli accordare grandi monopoli e concessioni.
  •     (1863) A Antananarivo, sommosse nazional-tradizionaliste. Il 12 maggio Radama II viene ucciso per strangolamento. Il partito ostile alla Francia riconquisa il potere e revoca lo statuto concesso a Joseph Lambert.
  •     (1864-1878) Laborde conserva, malgrado tutto, la sua posizione di assistente console e Agente, ma assiste impotente al graduale aumento dell'influenza britannica sotto la politica di Rainilaiarivony (primo ministro).
  •     (27 dicembre 1878) A 73 anni e malato, Laborde muore a Antananarivo. la Regina Ranavalona II ordina un funerale di stato. È sepolto in una tomba a Mantasoa eche gli stesso aveva fatto costruire anticipatamente. D'altro canto, il governo malgascio (in virtù delle sue leggi tradizionali) si appropria della sua proprietà a scapito dei suoi eredi. Successivamente, durante la colonizzazione nel 1895, i beni dell' ex console furono suddivisi tra i gesuiti, che vennero ricompensati per il loro supporto alla colonizzazione e all'amministrazione della Grande Isola. Gli eredi di Laborde che sopravvissero, furono in parte ricompensati finanziariamente.

FONTE: Wikipedia
TRADUZIONE: Campagna Fabrizio

FREEBIRD MADAGASCAR TOURS