giovedì 15 novembre 2012

Madagascar, la tradizione del Famadihana entra in crisi


La crisi intacca anche la tradizione. E' quanto accade in Madagascar la cui popolazione, almeno nel cuore degli altopiani, rende omaggio agli antenati con un ballo, chiamato Famadihana, il 'rovesciamento delle ossa'. Una tradizione lontana nei tempi, rinnovata solitamente ogni sette anni, e che prevede l'apertura delle tombe, nel periodo da giugno a settembre, a ritmo di musica festosa: i morti vengono così disseppelliti dai familiari per essere prima lavati, avvolti in nuovi sudari e poi, portati in spalla, coinvolti in una danza velocissima. Alla fine del lungo rituale i morti vengono riseppelliti e loro offerti dei doni-omaggio.
Tutto avviene in un clima gioioso, perché per i malgasci i defunti rappresantano il legame tra Dio e l'umanità, una sorta di intermediari che possono influenzare nel 'bene' la vita dei familiari. Dunque, la tradizione vuole che gli antenati siano venerati perché ne possano derivare benefici nella vita terrena. E siccome la convinzione è che i morti raggiungano "il luogo degli antenati" solo dopo la completa decomposizione del corpo, bisogna rendere l'attesa più piacevole possibile tenendoli avvolti in nuovi sudari. Ma il famadihana costa tanto. Dietro c'è una grossa organizzazione, tra festa, banchetti e musica (con l'invito di orchestre di vako-drazana), che coinvolge tutta la famiglia del morto. La tradizione sta così subendo un rapido declino. E non c'è solo il costo delle sete che avvolgono i defunti, ormai col sopraggiungere della crisi diventato un'impossibile acquisto per la maggior parte delle famiglie locali, ma anche lo zampino di alcune organizzazioni protestanti che non vedono di buon occhio l'usanza che invece da parte dei cattolici non è più osteggiata da tempo attribuendogli un significato che esula dalla religione.
Fonte. IGN

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martedì 6 novembre 2012

Brookesia, il camaleonte nano



Brookesia micra
Si chiama Brookesia micra e ama vivere nascosto. È una delle quattro nuove specie che la deforestazione mette già a rischio
Come la punta di un fiammifero, meno di un'unghia e al massimo di 2,9 centimetri. Sono queste le dimensioni di una nuova piccolissima specie di camaleonte, appena scoperta in Madagascar. L’occhio che le ha individuate appartiene a un team di ricercatori tedeschi guidati da Frank Glow dello Zoologische Staatssammlung di Monaco che, oltre alla Brookesia micra (così si chiama la nuova specie), ha individuato altre tre specie quasi altrettanto piccole e sempre appartenenti al genereBrookesia.
Come spiegato sulle pagine di PLoS One, le quattro specie sono state tutte individuate nella parte più settentrionale dell’isola di Madagascar. In particolare B.micra è stata trovata in un’isoletta calcarea chiamata Nosy Hara, conosciuta come l’isola del nanismo. Qui, infatti, sono molte le popolazioni che nel corso di tempi evoluzionistici hanno diminuito le proprie dimensioni, probabilmente a causa delle risorse limitate e della pressione a riprodursi velocemente. 
“ L’estrema miniaturizzazione di questi rettili nani potrebbe essere accompagnata da numerose specializzazioni del piano del corpo e costituiscono un promettente campo di ricerca per il futuro”, spiega l’erpetologo Frank Glaw, autore principale dello studio. Secondo Glaw, nel caso della B. micrapotrebbero addirittura essere in atto due diversi effetti isola: “ È possibile che la più grande isola del Madagascar abbia portato alla nascita del gruppo dei camaleonti nani e che l’isola più piccola sia responsabile, invece, delle specie più piccole”, ha spiegato alla  Bbc.
Viste le microscopiche dimensioni, queste specie sono state tutt’altro che semplici da trovare, anche perché durante il giorno si nascondo nel letto di foglie che ricopre il terreno della foresta pluviale. Fortunatamente, però, durante la notte si spostano sui rami per dormire. Ecco dove, armati di torce da testa ed estrema pazienza, le hanno scovate i ricercatori in minuziose esplorazioni notturne.
Tuttavia, non solo per il buio della notte, i camaleonti trovati da Glow si assomigliavano tutti esteriormente. I ricercatori hanno quindi condotto analisi genetiche per confermare che si trattasse di quattro distinte specie. “ Non solo sono diverse, ma le differenze trovate indicano che queste quattro specie si sono separate una dall’altra milioni di anni fa”, spiega entusiasta Mifuel Vence, coautore dello studio.
Ognuno di questi piccoli camaleonti vive confinato in territori anch’essi di dimensioni estremamente ridotti, appena un chilometro quadrato per la più piccola. “ In Madagascar sono molte le specie costrette in habitat ristrettissimi e questo rende ancora più importante la loro preservazione”, commenta Glow, preoccupato che la deforestazione in atto nell’isola, possa mettere a repentaglio la sopravvivenza di queste specie. Turbamento che gli scienziati hanno pensato bene di esprimere dando a questi piccoli camaleonti nomi decisamente evocativi: oltre alla Brookesia minima ci sono la B.desperata e la B.triste. Deve essere stato un inaspettato moto d’ottimismo quello che ha portato i ricercatori ha chiamare l’ultima Brookesia confident (fiduciosa in inglese). Chissà che sia di buon auspicio.
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sabato 27 ottobre 2012

Madagascar: alberi di baobab a rischio, governo corre ai ripari



Il governo di Antananarivo corre ai ripari per salvare il baobab, minacciato dalle attività di deforestazione che negli ultimi anni ha distrutto quasi il 90% degli alberi del Paese. I baobab sono da secoli un simbolo del Madagascar, l'isola tropicale al largo della costa sud-orientale dell'Africa che vanta un ecosistema unico al mondo. Un simbolo, ma anche una fonte di sostentamento per la popolazione di uno dei Paesi più poveri al mondo: i suoi frutti sono commestibili, le sue foglie sono usate per scopi medici e i suoi tronchi vengono scavati per ottenere rifugi e depositi di acqua durante i periodi di secca. Tuttavia, lo stupefacente ecosistema della cosiddetta isola rossa è oggi messo in grave pericolo dalla crescente industria turistica. Si stima così che negli ultimi anni il Madagascar abbia perso il 90% dei suoi alberi a causa della deforestazione. Una situazione che ha spinto le autorità del Paese ad avviare una serie di iniziative per tutelare le sue preziose foreste, quale quella di designare molte regioni del Paese come parchi nazionali, favorendo così l'ecoturismo, e di lanciare diversi progetti di conservazione e di riforestazione. Iniziative ritenute però insufficienti dagli ambientalisti, secondo cui bisogna fare di più per salvaguardare il futuro dei baobab e le specie rare di foreste presenti sull'isola: "Il governo vuole incrementare la superficie delle aree protette. Ha fatto un grande sforzo, ma al momento non penso sia sufficiente per il baobab", ha denunciato alla Cnn Jimmy Razafitsalama.

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Madagascar: verso abolizione pena di morte




24 settembre 2012: a margine della 67esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite in corso a New York, il presidente del Madagascar Andry Rajoelina ha firmato il Secondo Protocollo Opzionale al Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR), per l’abolizione della pena di morte.
Membri del Governo, inclusi il ministro della Giustizia Christine Razanamahasoa ed il ministro degli Esteri Pierrot Jocelyn Rajaonarivelo, hanno partecipato alla cerimonia della firma.
Nessuna esecuzione capitale è stata praticata nel Paese dall’indipendenza del 1960, quando la pena capitale fu sostituita con altre forme di punizione.
Nel 2008 e 2010, il Madagascar ha votato in favore della Risoluzione per la Moratoria sull’applicazione della pena capitale all’Assemblea Generale dell’Onu.
Le autorità del Madagascar vengono accusate di violazioni dei diritti umani, a seguito del colpo di stato nel 2009, sostenuto dai militari.

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mercoledì 24 ottobre 2012

Il Madagascar crea la più grande area protetta dell'isola


Il Parco Naturale di Makira


Con la firma ufficiale del decreto che istituisce il Parco Naturale Makira, il governo del Madagascar ha creato la più vasta area protetta dell'isola. L'area ospita il maggior numero di di specie di lemuri del pianeta.Il Parco Naturale di Makira rappresenta una tappa verso l'obiettivo della protezione del 10 per cento delle aree naturali del Madagascar.
Il parco è frutto di un decennio di campagna da parte della Wildlife Conservation Society.
Situato nel nord est del paese, il Parco Naturale di Makira protegge un'area di 372,470 ettari di foresta pluviale, ed ospita la più ricca biodiversità dell'isola, assioma all'adiacente Parco Nazionale di Masoala, e al resto dello spartiacque di Antongil Bay.

Il nuovo parco (creato da numero decreto 2012-641 e firmato il 19 giugno) ospita 20 delle 103 specie di lemuri dell'isola, un unico gruppo di primati che vive solo nel Madagascar. Oltre a proteggere i lemuri, il Parco Naturale di Makira garantirà anche la protezione di molte altre specie, tra cui l'unico grande predatore del Madagascar, il fossa (Cryptoprocta ferox), un predatore simile al gatto, che si nutre di lemuri e richiede grandi aree di foresta intatta a mantenere in salute la sua popolazione.


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