domenica 19 luglio 2020

Quando i Savoia potevano diventare sovrani del Madagascar

In un libro di Luigi Grassia la bizzarra offerta di un avventuriero normanno



Ecco l’incipit del libro Savoia corsari e re del Madagascar (Mimesis Edizioni, 2020):

Ci siamo accorti che molti degli episodi relativi ai Savoia e sottovalutati dagli storici e dal pubblico hanno subìto questa sorte perché la mancanza di analisi del contorno li ha degradati all’apparenza di mere bizzarrie; invece, collocandoli in un quadro più vasto recuperano tutto il rilievo che meritano. Quindi non meravigliatevi se il presente testo tratterà argomenti collaterali, da punti di vista che di solito non trovano posto in una storia dei Savoia. Ad esempio l’invito a Vittorio Amedeo a farsi re del Madagascar e dei suoi pirati rimarrebbe sterile, una stramberia senza significato, se non si ricostruisse la vicenda dell’estensore della proposta, cioè un conte normanno già in missione per la Danimarca tra i filibustieri del Madagascar, poi riscopritore dell’antico Egitto con due generazioni di anticipo sulla spedizione di Napoleone, e infine volontario con Eugenio di Savoia nella guerra contro i turchi. Perciò ci siamo impegnati a far luce su questo individuo, latore a Vittorio Amedeo di un progetto strategico ben congegnato, un personaggio notevole ma misterioso, praticamente sconosciuto anche fra gli storici accademici: su di lui in tutto il mondo è stata scritta una sola, vecchia e quasi introvabile biografia, per di più disponibile esclusivamente in lingua danese, che abbiamo scovato e fatto tradurre ad hoc; come se non bastasse, si tratta di una biografia molto lacunosa, che non cita (fra altre manchevolezze) l’approccio con re Vittorio Amedeo; e questo è ottimo, così ci è rimasto qualcosa da aggiungere.

Vittorio Amedeo II di Savoia 
Ripetiamo. Nessuna di quelle appena elencate è liquidabile come una fake news, neanche l’unica veramente controversa, cioè quella del principino sostituito in culla: la voce che re Vittorio Emanuele II fosse figlio di un macellaio fiorentino anziché di Carlo Alberto è stata avvalorata da Massimo d’Azeglio, se ne sono occupati Denis Mack Smith e altri storici, e per quanti sforzi facciano i devoti di casa Savoia, questa ipotesi non si lascia esorcizzare con un’alzata di spalle e un “vade retro”; bisogna discuterne. Esistono pagine della storia della dinastia di cui finora si è parla-to troppo poco perché il pubblico possa dirsene davvero informato, anche solo per un verdetto del tipo “io non ci credo” con cognizione di causa; oltretutto, potrebbero risultare proprio queste le parti più curiose e più interessanti della storia dei Savoia. Ne tratteremo noi, facendo sempre riferimento, come certificato di garanzia, a fonti edite e riprese dalla storiografia regolare. Quando necessario, citeremo anche direttamente alcuni documenti degli Archivi di Stato di Torino e di Cagliari, a loro volta aperti e consultabili. Perché a volte i segreti si nascondono proprio là dove tutti li possono vedere.

(…)



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