L'ASCESA DEI MERINA
I fondatori: Andrianampoinimerina e Radama
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Andrianampoinimerina |
Il popolo Merina, che abitava l'altopiano centrale
del Madagascar ed era dedito alla coltivazione del riso, fu interessato
solo marginalmente dalle vicissitudini dei regni e degli imperi delle
coste. Verso la fine del XVIII secolo, il re Merina Andrianampoinimerina
(circa 1745-1810) riuscì a unificare i popoli del centro del Madagascar
sotto la propria corona; come Ratsimilaho a est, Andrianampoinimerina
ottenne questo risultato in parte grazie a una serie di matrimoni
politici con diverse principesse dell'altopiano, e in parte con la forza
militare (usata, in particolare, nei confronti dei Betsileo e dei
Bara). Andrianampoinimerina si distinse anche per una amministrazione
saggia e innovativa; tra le altre cose, ordinò la costruzione di dighe e
canali per ampliare le terre coltivabili del proprio regno, e
introdusse presso i contadini l'uso di vanghe di metallo. Come capitale
del regno scelse Antananarivo, situata in una posizione strategica per
controllare l'altopiano. Le sue ambizioni riguardavano l'intera isola:
in un'occasione affermò "il mare è il confine della mia risaia" ("ny
ranomasina no valapariako"). Quando morì nel 1810, tuttavia,
Andrianampoinimerina non aveva raggiunto questo scopo.
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Radama I |
L'unificazione dell'isola spettò al figlio e
successore di Andrinampoinimerina, Radama I detto "Radama il Grande"
(1792–1828). Radama ebbe la fortuna di salire al trono in una
congiuntura internazionale particolarmente favorevole. In Europa, la
sconfitta di Napoleone Bonaparte nel 1814-1815 introdusse un nuovo
assetto politico dominato dalla Gran Bretagna. Gli inglesi intrapresero
una serie di azioni volte a scalzare la presenza francese nell'Oceano
Indiano; dopo aver conquistato Mauritius, gli inglesi riconobbero
formalmente come nazione sovrana il "Regno di Madagascar", e Radama I
come sovrano del regno, contrastando in questo modo l'ambizione
coloniale che la Francia da sempre nutriva verso l'isola.
Radama
I strinse con gli inglesi numerosi accordi; tra l'altro, acconsentì a
dichiarare illegale il commercio di schiavi (cosa che danneggiava le
colonie francesi, per esempio Réunion) e accolse in Madagascar i
missionari protestanti inglesi, consentendo di fatto il diffondersi
della cultura anglosassone presso il suo popolo. In cambio, ricevette
dagli inglesi oro, argento, polvere da sparo, moschetti, consiglieri
militari e persino uniformi per il suo esercito. Così rifornito,
l'esercito Merina ebbe ragione dei suoi principali rivali, i Sakalava
dell'ovest e i Betsimisaraka dell'est. Nel 1824, Radama I poté
dichiarare "oggi l'intera isola è mia! Il Madagascar non ha che un
padrone."
Ranavalona la Crudele
Alla
morte di Radama, nel 1828, la corona passò a sua moglie, la regina
Ranavalona I, passata alla storia anche come "Ranavalona la Crudele",
che diede inizio al suo regno sterminando gli eredi e i parenti del re.
Legata alle tradizioni malgasce, Ranavalona si dedicò attivamente a
cancellare gli effetti di quasi tutte le innovazioni introdotte da
Andrinampoinimerina e Radama. Riportò a corte aristocratici e stregoni
che avevano progressivamente allontanato dalle posizioni di potere;
espulse i missionari britannici; vietò il Cristianesimo, dando luogo a
sistematiche e cruente persecuzioni dei convertiti (secondo le stime
attuali, circa 150.000 persone furono uccise in quello che i cristiani
malgasci ricordano come tany maizina, "il periodo in cui la terra era
oscura"). Furono annullate le riforme legali di Andrianampoinimerina, a
favore di usanze millenarie come la pratica di far bere il succo di una
pianta velenosa a coloro che venivano portati in tribunale, affidando
agli dèi il compito di salvarli dimostrando la loro innocenza. I
rapporti con gli inglesi e in generale con gli europei furono ridotti al
minimo o completamente compromessi.
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Ranavalona I |
La politica spietata e reazionaria della regina portò
suo figlio, l'erede al trono Radama II, a tramare contro di lei.
Segretamente vicino al cattolicesimo e ai circoli nazionalisti francesi
di Antananarivo, nel 1854 Radama II scrisse a Napoleone III chiedendogli
di invadere il Madagascar e destituire la regina. Il 28 giugno 1855
Radama firmò un documento che concedeva a un uomo d'affari francese di
nome Joseph-François Lambert il diritto esclusivo di sfruttamento di
tutte le risorse minerarie del Madagascar, delle foreste e del terreno
inutilizzato, in cambio di una percentuale da versarsi alla dinastia
Merina. Di fatto, questi documenti andarono ad aggiungersi alle
giustificazioni formali con cui la Francia avrebbe in seguito difeso, a
livello internazionale, il proprio diritto ad annettere il Madagascar
nei propri domini coloniali.
Napoleone III, in ogni
caso, non rispose all'appello di Radama II, che progettò insiemi ai
nazionalisti francesi un colpo di stato, sventato dalla stessa
Ranavalona nel 1857. La scoperta del complotto ai suoi danni contribuì a
radicalizzare le posizioni della regina, che espulse dal paese tutti
gli stranieri.
Radama II salì comunque al trono alla
morte di sua madre, nel 1861, dedicandosi immediatamente a ripristinare
le riforme di Radama I. Tuttavia, l'aristocrazia malgascia, che con
Ranavalona era tornata al potere, dimostrò di non gradire questa nuova
inversione di rotta: Radama II fu strangolato nel 1863, dopo meno di due
anni sul trono. Fu l'ultimo maschio a essere salito sul trono del
Madagascar.
La dinastia delle regine
L'assassinio
di Radama II viene attribuito all'allora primo ministro
Rainivoninahitriniony. In seguito, Rainivoninahitriniony e suo fratello
Rainilaiarivony (succedutogli nel ruolo di primo ministro) furono i veri
registi della vita politica del Madagascar.
A Radama
II succedette Rasoherina, la sua vedova, incoronata il 13 maggio 1863.
Fu lo stesso Rainilaiarivony a dettarle le condizioni sotto cui avrebbe
potuto salire al trono; tra le altre cose, la regina ripristinò la
libertà di culto abolita da Ranavalona I. Rasoherina viene anche
ricordata per aver rafforzato i rapporti diplomatici con l'Inghilterra,
la Francia e gli Stati Uniti. Sposò prima Rainivoninahitriniony e poi
Rainilaiarivony, e regnò fino al giorno della propria morte, il 1º
aprile 1868.
Nel 1869 fu incoronata Ranavalona II,
anche lei sposa del primo ministro Rainilaiarivony. Dichiaratemente
cristiana, Ranavalona II era stata istruita dalla London Missionary
Society e battezzata dalla Chiesa d'Inghilterra. Sotto il suo regno,
l'anglicanesimo divenne la religione di stato del paese. La regina
chiese anche che i sampy, i talismani che la sua omonima Ranavalona I
aveva sempre dichiarato di considerare miracolosi, fossero bruciati
sulla pubblica piazza come simboli di idolatria. I missionari, sia
cattolici che protestanti, iniziarono ad arrivare sempre più numerosi, e
costruirono scuole e chiese. Complessivamente, il regno di Ranavalona
II fu caratterizzato dal tentativo di trasformare rapidamente la cultura
malgascia secondo modelli europei, soprattutto inglesi. In alcune parti
dell'isola, l'inglese divenne la seconda lingua della popolazione.
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Ranavalona III |
L'ultima regina, ancora scelta da Rainilaiarivony sia
come regnante che come moglie, fu Ranavalona III, incoronata il 22
novembre 1883. La regina cercò di riequilibrare i rapporti fra il
Madagascar e la Francia, che ancora rivendicava i propri tradizionali
privilegi nei rapporti con il paese. Tra le azioni di Ranavalona vi fu
l'abolizione della Carta di Lambert e il tentativo, peraltro fallito, di
invocare la protezione degli Stati Uniti. Nel 1883, le truppe francesi
sbarcarono in Madagascar e, in quella che viene chiamata la guerra
franco-hova (dal nome "hova" degli aristrocratici Merina), costrinsero
Ranavalona al pagamento di un risarcimento ai discendenti di Lambert e
alla cessione di Antsiranana, Nosy Be e Saint Marie come protettorati
francesi.
Nel frattempo, le potenze europee stavano
spartendosi l'Africa. Nel contesto di un complesso accordo con Germania e
Francia, gli inglesi acconsentirono a rinunciare a qualsiasi pretesa
sul Madagascar. I francesi, finalmente liberi da vincoli politici e
diplomatici, dichiararono l'intero Madagascar protettorato francese
(1890). Ranavalona III e Rainilaiarivony cercarono di opporre
resistenza, arrivando infine a disobbedire apertamente alle direttive
dei francesi, che nel 1895 replicarono dando inizio a un'invasione in
grande stile del Madagascar, partendo da Mahajanga e puntando
direttamente su Antananarivo. La seconda guerra franco-hova si concluse
rapidamente (solo venti soldati francesi morirono in combattimento,
anche se diverse migliaia furono vittime della malaria) e nel 1896 il
Madagascar divenne formalmente una colonia francese. La dinastia Merina
fu mandata in esilio in Algeria.
Fonte: WIKIPEDIA
www.freebirdmadagascar.com