mercoledì 20 marzo 2013

La storia del Madagascar (3a Puntata)

L'arrivo degli europei

I primi europei a sbarcare in Madagascar furono i portoghesi della flotta di Diogo Dias, nel 1500. Avevano subito una deviazione a causa del maltempo, e stavano cercando di raggiungere le coste del Mozambico; fortuitamente avvistarono Mauritius, Réunion e, il 10 agosto, il Madagascar, che Dias battezzò "San Lorenzo" (Ilha de São Lourenço).

William Kidd
Nei secoli successivi, diverse potenze marinare europee (Portogallo, Olanda, Gran Bretagna e Francia) cercarono di creare insediamenti stabili sull'isola, allo scopo di utilizzarli come luoghi di scalo e rifornimento per le navi che doppiavano il Capo di Buona Speranza dirette verso l'Asia. Malattie, intemperie e scontri con le popolazioni locali risultarono però essere ostacoli insormontabili. Fra gli insediamenti a subire questa sorte c'è la prima colonia francese in Madagascar, a Fort Dauphin (oggi Tolagnaro).

Sopravvissuti e profughi di vario genere, intanto, erano riusciti a entrare in rapporti con le popolazioni locali. Verso la fine del XVII secolo, proprio perché rimaneva fuori dal controllo delle grandi potenze europee, il Madagascar divenne il rifugio ideale per i pirati che depredavano le navi da carico sulla rotta delle Indie. In particolare l'isola di Sainte-Marie divenne l'equivalente di Tortuga nell'Oceano Indiano; secondo alcune fonti, l'isola arrivò a contare una popolazione di 1500 pirati armati con 50 cannoni. Molti pirati si mescolarono con le popolazioni locali, contribuendo ad arricchire il già variegato patrimonio culturale e genetico degli indigeni malgasci. Fra i pirati celebri che trascorsero parte della propria vita in Madagascar si possono citare François Cauche, Abraham Samuel, Long Ben, Samuel Burgess, William Kidd, Adam Baldrighe, Culliford, Tomas White detto "Tam" e James Plantain. Tra l'altro, furono i pirati americani a portare il riso malgascio nella Carolina del Sud.

Fu in questo periodo che avrebbe avuto luogo la nascita di Libertalia, una nazione pirata anarchica di cui si narra nel libro A General History of the Pyrates scritto dal capitano pirata Charles Johnson (oppure, secondo alcuni studiosi, da Daniel Defoe).

Lo schiavismo e la nascita dei regni

Diversi popoli malgasci avevano l'abitudine di vendere i propri prigionieri di guerra come schiavi, e avevano praticato per secoli questo commercio con gli arabi. Con il colonialismo, e la conseguente necessità di manodopera a basso costo da inviare nelle Americhe, la richiesta di schiavi aumentò enormemente; questa volta i clienti erano gli Europei. Diversi popoli malgasci iniziarono

Il colonialismo e il fenomeno della tratta degli schiavi africani verso le Americhe svolse un ruolo cruciale nell'evoluzione del Madagascar fra il XVI e il XVII secolo. Diversi popoli malgasci iniziarono a commerciare con gli europei, vendendo schiavi e importando alcool e armi da fuoco; in questo modo, riuscirono a imporsi sui propri vicini, formando i primi imperi. In questo periodo nacquero il regno dei Sakalava di Menabe a ovest, il regno degli Zana-Malata sulla costa orientale (i cui membri erano discendenti meticci degli indigeni e dei pirati), e il regno di Merina sull'altopiano centrale.

Il primo sovrano a puntare attivamente all'unificazione del Madagascar sotto la propria corona fu Andrianahifotsy, figlio di Andriamisara I, fondatore del Regno di Menabe. Il tentativo di Andrianahifotsy però fallì. Lo stesso Regno di Menabe si scisse con la nascita del Regno di Boina, fondato da un secondogenito di stirpe reale di Menabe, Andriamandisoarivo.

Maurice-Auguste Beniowski
Fra la fine del XVII secolo e l'inizio del XVIII, il piccolo clan degli Tsitambala, guidato da Ramanano, riuscì a conquistare il controllo dell'intera costa orientale dell'isola. Nel 1712, l'esercito di Ramanano fu sconfitto presso Fenoarivo dalle forze di un leader emergente del popolo Zana-Malata, il meticcio Ratsimilaho, figlio del pirata britannico Thomas White e di una principessa indigena di Sainte Marie di nome Antavaratra Rahena. In parte attraverso la scelta accorta di matrimoni politici, Ratsimilaho riuscì a unificare sotto il proprio dominio tutti i popoli del Madagascar orientale, fondando il regno di Betsimisaraka ("coloro che sono uniti"). La figlia di Ratsimilaho, Bety, divenne regina a quindici anni. Nel 1750, Bety sposò un naufrago francese, Jean Filet detto "Capitano Bigorne", al quale in seguito donò l'isola di Sainte Marie, che Bigorne poi cedette a sua volta alla Corona di Francia. Questo episodio apparentemente insignificante era destinato a fornire ai francesi un primo pretesto formale per l'occupazione militare di suolo malgascio.

Il figlio e successore di Bety, Zanahary, si trovò di fronte una situazione politica fortemente degenerata. Attriti interni e l'insorgere di sentimenti nazionalistici nei vari gruppi causarono un rapido disgregamento del regno Betsimisaraka, che gradualmente si ridusse alla sola regione di Fenoarivo. Seguì un periodo di grande confusione politica, segnato anche da figure come quella di Maurice-Auguste Beniowski, un mercante di schiavi franco-ungherese che si insediò per qualche tempo ad Antongila autoproclamandosi imperatore del Madagascar.

Fonte: WIKIPEDIA
www.freebirdmadagascar.com

Nessun commento:

Posta un commento