mercoledì 20 marzo 2013

La storia del Madagascar (4a Puntata)

L'ASCESA DEI MERINA

I fondatori: Andrianampoinimerina e Radama

Andrianampoinimerina
Il popolo Merina, che abitava l'altopiano centrale del Madagascar ed era dedito alla coltivazione del riso, fu interessato solo marginalmente dalle vicissitudini dei regni e degli imperi delle coste. Verso la fine del XVIII secolo, il re Merina Andrianampoinimerina (circa 1745-1810) riuscì a unificare i popoli del centro del Madagascar sotto la propria corona; come Ratsimilaho a est, Andrianampoinimerina ottenne questo risultato in parte grazie a una serie di matrimoni politici con diverse principesse dell'altopiano, e in parte con la forza militare (usata, in particolare, nei confronti dei Betsileo e dei Bara). Andrianampoinimerina si distinse anche per una amministrazione saggia e innovativa; tra le altre cose, ordinò la costruzione di dighe e canali per ampliare le terre coltivabili del proprio regno, e introdusse presso i contadini l'uso di vanghe di metallo. Come capitale del regno scelse Antananarivo, situata in una posizione strategica per controllare l'altopiano. Le sue ambizioni riguardavano l'intera isola: in un'occasione affermò "il mare è il confine della mia risaia" ("ny ranomasina no valapariako"). Quando morì nel 1810, tuttavia, Andrianampoinimerina non aveva raggiunto questo scopo.


Radama I
L'unificazione dell'isola spettò al figlio e successore di Andrinampoinimerina, Radama I detto "Radama il Grande" (1792–1828). Radama ebbe la fortuna di salire al trono in una congiuntura internazionale particolarmente favorevole. In Europa, la sconfitta di Napoleone Bonaparte nel 1814-1815 introdusse un nuovo assetto politico dominato dalla Gran Bretagna. Gli inglesi intrapresero una serie di azioni volte a scalzare la presenza francese nell'Oceano Indiano; dopo aver conquistato Mauritius, gli inglesi riconobbero formalmente come nazione sovrana il "Regno di Madagascar", e Radama I come sovrano del regno, contrastando in questo modo l'ambizione coloniale che la Francia da sempre nutriva verso l'isola.

Radama I strinse con gli inglesi numerosi accordi; tra l'altro, acconsentì a dichiarare illegale il commercio di schiavi (cosa che danneggiava le colonie francesi, per esempio Réunion) e accolse in Madagascar i missionari protestanti inglesi, consentendo di fatto il diffondersi della cultura anglosassone presso il suo popolo. In cambio, ricevette dagli inglesi oro, argento, polvere da sparo, moschetti, consiglieri militari e persino uniformi per il suo esercito. Così rifornito, l'esercito Merina ebbe ragione dei suoi principali rivali, i Sakalava dell'ovest e i Betsimisaraka dell'est. Nel 1824, Radama I poté dichiarare "oggi l'intera isola è mia! Il Madagascar non ha che un padrone."

Ranavalona la Crudele   

Alla morte di Radama, nel 1828, la corona passò a sua moglie, la regina Ranavalona I, passata alla storia anche come "Ranavalona la Crudele", che diede inizio al suo regno sterminando gli eredi e i parenti del re. Legata alle tradizioni malgasce, Ranavalona si dedicò attivamente a cancellare gli effetti di quasi tutte le innovazioni introdotte da Andrinampoinimerina e Radama. Riportò a corte aristocratici e stregoni che avevano progressivamente allontanato dalle posizioni di potere; espulse i missionari britannici; vietò il Cristianesimo, dando luogo a sistematiche e cruente persecuzioni dei convertiti (secondo le stime attuali, circa 150.000 persone furono uccise in quello che i cristiani malgasci ricordano come tany maizina, "il periodo in cui la terra era oscura"). Furono annullate le riforme legali di Andrianampoinimerina, a favore di usanze millenarie come la pratica di far bere il succo di una pianta velenosa a coloro che venivano portati in tribunale, affidando agli dèi il compito di salvarli dimostrando la loro innocenza. I rapporti con gli inglesi e in generale con gli europei furono ridotti al minimo o completamente compromessi.

Ranavalona I
La politica spietata e reazionaria della regina portò suo figlio, l'erede al trono Radama II, a tramare contro di lei. Segretamente vicino al cattolicesimo e ai circoli nazionalisti francesi di Antananarivo, nel 1854 Radama II scrisse a Napoleone III chiedendogli di invadere il Madagascar e destituire la regina. Il 28 giugno 1855 Radama firmò un documento che concedeva a un uomo d'affari francese di nome Joseph-François Lambert il diritto esclusivo di sfruttamento di tutte le risorse minerarie del Madagascar, delle foreste e del terreno inutilizzato, in cambio di una percentuale da versarsi alla dinastia Merina. Di fatto, questi documenti andarono ad aggiungersi alle giustificazioni formali con cui la Francia avrebbe in seguito difeso, a livello internazionale, il proprio diritto ad annettere il Madagascar nei propri domini coloniali.

Napoleone III, in ogni caso, non rispose all'appello di Radama II, che progettò insiemi ai nazionalisti francesi un colpo di stato, sventato dalla stessa Ranavalona nel 1857. La scoperta del complotto ai suoi danni contribuì a radicalizzare le posizioni della regina, che espulse dal paese tutti gli stranieri.

Radama II salì comunque al trono alla morte di sua madre, nel 1861, dedicandosi immediatamente a ripristinare le riforme di Radama I. Tuttavia, l'aristocrazia malgascia, che con Ranavalona era tornata al potere, dimostrò di non gradire questa nuova inversione di rotta: Radama II fu strangolato nel 1863, dopo meno di due anni sul trono. Fu l'ultimo maschio a essere salito sul trono del Madagascar.

La dinastia delle regine

L'assassinio di Radama II viene attribuito all'allora primo ministro Rainivoninahitriniony. In seguito, Rainivoninahitriniony e suo fratello Rainilaiarivony (succedutogli nel ruolo di primo ministro) furono i veri registi della vita politica del Madagascar.

A Radama II succedette Rasoherina, la sua vedova, incoronata il 13 maggio 1863. Fu lo stesso Rainilaiarivony a dettarle le condizioni sotto cui avrebbe potuto salire al trono; tra le altre cose, la regina ripristinò la libertà di culto abolita da Ranavalona I. Rasoherina viene anche ricordata per aver rafforzato i rapporti diplomatici con l'Inghilterra, la Francia e gli Stati Uniti. Sposò prima Rainivoninahitriniony e poi Rainilaiarivony, e regnò fino al giorno della propria morte, il 1º aprile 1868.

Nel 1869 fu incoronata Ranavalona II, anche lei sposa del primo ministro Rainilaiarivony. Dichiaratemente cristiana, Ranavalona II era stata istruita dalla London Missionary Society e battezzata dalla Chiesa d'Inghilterra. Sotto il suo regno, l'anglicanesimo divenne la religione di stato del paese. La regina chiese anche che i sampy, i talismani che la sua omonima Ranavalona I aveva sempre dichiarato di considerare miracolosi, fossero bruciati sulla pubblica piazza come simboli di idolatria. I missionari, sia cattolici che protestanti, iniziarono ad arrivare sempre più numerosi, e costruirono scuole e chiese. Complessivamente, il regno di Ranavalona II fu caratterizzato dal tentativo di trasformare rapidamente la cultura malgascia secondo modelli europei, soprattutto inglesi. In alcune parti dell'isola, l'inglese divenne la seconda lingua della popolazione.

Ranavalona III
L'ultima regina, ancora scelta da Rainilaiarivony sia come regnante che come moglie, fu Ranavalona III, incoronata il 22 novembre 1883. La regina cercò di riequilibrare i rapporti fra il Madagascar e la Francia, che ancora rivendicava i propri tradizionali privilegi nei rapporti con il paese. Tra le azioni di Ranavalona vi fu l'abolizione della Carta di Lambert e il tentativo, peraltro fallito, di invocare la protezione degli Stati Uniti. Nel 1883, le truppe francesi sbarcarono in Madagascar e, in quella che viene chiamata la guerra franco-hova (dal nome "hova" degli aristrocratici Merina), costrinsero Ranavalona al pagamento di un risarcimento ai discendenti di Lambert e alla cessione di Antsiranana, Nosy Be e Saint Marie come protettorati francesi.

Nel frattempo, le potenze europee stavano spartendosi l'Africa. Nel contesto di un complesso accordo con Germania e Francia, gli inglesi acconsentirono a rinunciare a qualsiasi pretesa sul Madagascar. I francesi, finalmente liberi da vincoli politici e diplomatici, dichiararono l'intero Madagascar protettorato francese (1890). Ranavalona III e Rainilaiarivony cercarono di opporre resistenza, arrivando infine a disobbedire apertamente alle direttive dei francesi, che nel 1895 replicarono dando inizio a un'invasione in grande stile del Madagascar, partendo da Mahajanga e puntando direttamente su Antananarivo. La seconda guerra franco-hova si concluse rapidamente (solo venti soldati francesi morirono in combattimento, anche se diverse migliaia furono vittime della malaria) e nel 1896 il Madagascar divenne formalmente una colonia francese. La dinastia Merina fu mandata in esilio in Algeria.


Fonte: WIKIPEDIA
www.freebirdmadagascar.com

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